Grandi quanto gli ideali

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“Siamo grandi quanto sono grandi gli ideali che governano la nostra vita”. Da sempre ciò che caratterizza i nostri movimenti sono i valori, le idee e gli ideali che di giorno in giorno hanno cercato di trasportare nei nostri giovani cuori e a nostra volta abbiamo cercato di trasmettere nelle generazioni future. Ideali di vita che potessero accompagnarci nel nostro lungo percorso, dandoci forza e luce in ogni momento. Le nostre idee spesso influiscono sulle nostre decisioni. Gli amici con cui usciamo, la scuola in cui studiamo, i luoghi che frequentiamo, i vestiti che indossiamo e i progetti per il nostro futuro sono tutti influenzati dai nostri valori. Forse per il mio grande dono che mi è stato concesso di nascere in una famiglia “mista”, mamma Beneakivista e padre fiero Hashomerista, o forse semplicemente per caso, mi ha sempre attratto e dato grande interesse l’esistenza di diversi e svariati ideali che potessero caratterizzare ognuno di noi e in tale caso i nostri movimenti giovanili, rendendoci diversi l’uno dall’altro. Quanto siamo disposti però a conoscere l’altro, quanto siamo disposti a dialogare e condividere opinioni e ideali differenti, quanto siamo disposti a mettere in dubbio e a rischio la nostra convinzione con quella degli altri, nel nome della pace e del rispetto? Tendiamo a volte ad avere un fondo di disprezzo e superiorità nei confronti di persone con ideali differenti. Come possiamo però pretendere noi ebrei, popolo che ha sempre nuotato controcorrente, che le nazioni che ci circondano ci portino rispetto quando noi per primi non rispettiamo nostro fratello. La verità è che spesso non ci interessa neanche conoscere il reale pensiero dell’altro. Veniamo saziati velocemente dalle apparenze e dalle voci di corridoio. Se rimaniamo chiusi nella nostra ideologia senza lasciar spazio a nessun confronto, rimarremo per sempre ciechi e deboli. Solo attraverso il confronto possiamo rafforzare e solidificare il nostro pensiero. Da ogni persona, anche da quella che ci sembra più lontana da noi, abbiamo sempre qualcosa da cui imparare. La bellezza del nostro popolo è la varietà di pensieri e sfumature che lo compongono. Dobbiamo perciò impegnarci nel nostro piccolo a ricercare il dialogo e l’unione tra tutte queste parti. Per questo motivo approfitto per rivelare un progetto, chiamato “progetto achdut” (unità), nato qualche mese fà dalla collaborazione dei rashei ken/snif dei nostri due movimenti, con lo scopo di promuovere attività e incontri di qualsiasi tipo per condividere le idee di entrambi e unire più fortemente i due movimenti, abbattendo quel muro delle differenze da cui tanto possiamo imparare. Se c’è dialogo, c’è unione, se c’è unione c’è completezza (“shalem”), e se c’è completezza c’è pace, SHALOM.
Am echad belev echad!
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Simone Della Rocca, Bnei Akiva

Per non dimenticare

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Milano non dimentica.
Istituito 10 anni fa, il Giorno della Memoria si celebra il 27 Gennaio.
Al di là di quel cancello, oltre la scritta “Arbeit Macht Frei” (il lavoro rende liberi), apparve l’inferno.
Il 27 Gennaio é all’apparenza una giornata comune, se non per gli articoli ed i titoli che riempiono i giornali.
Noi ci siamo chieste: “Ma senza tutta questa risonanza mediatica, Milano ricorderebbe questa tragedia?”.
Milano, per fortuna, ci aiuta a fare memoria, ma in molte scuole, quest’anno il tema della Shoah non è stato trattato con indifferenza, la stessa indifferenza dei giorni del massacro.
Sabato 24 Gennaio, in Ken, abbiamo avuto una peula su questo tema, una peula che ci ha fatti riflettere. Noi Metzer abbiamo condiviso fatti che hanno aiutato a renderci più consapevoli.
Quanti parenti abbiamo perso? Quanti Ebrei, quante vittime?
Vittime del concetto di “diverso”.
Oggi sappiamo che la diversità é ricchezza e commemoriamo tutte le vittime della Shoah e dell’odio razzista.

Chazak ve’Ematz
Alice e Alice, Kvutza Metzer (2003)

Basta!

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Il 18 gennaio si sono verificati dei fatti incresciosi nella città di Cremona. Approfittando del derby cittadino tra Cremonese e Mantova, fascisti travestiti da tifosi hanno preso d’assalto il centro sociale “Dordoni” dove erano presenti sette compagni tra cui Emilio, compagno e padre, che stava organizzando le iniziative della settimana.
Emilio è finito in coma in seguito all’aggressione subita e rischia di perdere la vista da un occhio.
Ci stringiamo in solidarietà ad Emilio ed a tutte le vittime di aggressioni da parte di gruppi neofascisti e della destra estrema.
In 10.000 si sono recati Sabato alla manifestazione a Cremona, in 10.000 si sono recati davanti alla sede di CasaPound.
Pur condividendo la loro causa, condanniamo con fermezza la violenza di cui questi 10.000 manifestanti si sono resi protagonisti, causando gravi danni alla città di Cremona.
In ogni caso, quest’avvenimento, l’aggressione ad Emilio, si inserisce in una lunga serie di aggressioni violente, rigorosamente organizzate e premeditate ai danni di giovani, centri d’accoglienza per immigrati e di tanti altri luoghi.
CasaPound è un’organizzazione che da dodici anni inneggia apertamente ad ideali fascisti. In questi ultimi anni le istituzioni italiane ed europee, non opponendosi alla nascita ed allo sviluppo di questi movimenti, consentono a questa gente di diffondere e predicare liberamente sfociando in argomentazioni xenofobe e populiste, che si manifestano con violenza.
L’Hashomer Hatzair si dissocia da queste becere forme di aggressività e si schiera in prima linea contro questi movimenti sfoderando la sua arma più efficace: l’educazione.
Solo educando i chanichim in Ken e campeggi secondo gli ideali shomristici potremo contrastare l’ignoranza.
L’educazione sarà sempre più forte di qualsiasi altra arma.
Emilio Resisti!

Chazak ve’Ematz, Hashomer Hatzair Milano

Ken Warsaw – Hashomer Hatzair is back!

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Ancient Ken Warsaw

Hashomer Hatzair Warsaw before the war

New Ken Warsaw

Hashomer Hatzair Warsaw 2015

Il nazismo ha perso. Con esso hanno perso l’odio, la violenza, l’antisemitismo.
L’Hashomer, invece, ha vinto: nel 2015, dopo la recente apertura del Ken di Berlino, l’Europa Shomristica firma un altro successo storico!
Non c’è miglior modo per celebrare il Giorno della Memoria, se non quello di ricostruire ciò che è stato distrutto.
A Varsavia torna ufficialmente il movimento Hashomer Hatzair.
Un gruppo di cinque Madrichim si riunisce settimanalmente per formarsi ideologicamente ed educativamente e ben presto inizieranno le attività educative coi più giovani.
In una Polonia, teatro principale della più terribile della atrocità vissuta dal nostro popolo, ritorna a brillare l’astro dell’Hashomer Hatzair, nata proprio lì, in Galizia, dalla fusione del centro culturale Ze’irei Zion col movimento scout Hashomer nel lontano 1913, ben 102 anni fa.
Il più antico dei movimenti sionisti ancora in vita fu luogo di formazione per il Rosh Ken, Mordechaj Anielewicz, guida, insieme a Marek Edelman, della rivolta insorta a Pesach del 1943 nel Ghetto di Varsavia.
L’apertura di un Ken a Varsavia ha un valore simbolico inestimabile, ma porta con sè anche grandi vantaggi pratici.
Giovani ebrei polacchi avranno l’opportunità di crescere e di educare, di imparare a pensare in grande, di sognare e tentare di realizzarsi.
Un’altra macchia blu spunta in un’Europa dall’economia ristagnante, dall’odio dilagante.
Noi Shomrim Milanesi daremo il meglio di noi per avviare un rapporto intenso e costruttivo coi chaverim di Varsavia.
Oggi non possiamo che essere orgogliosi di essere parte di un movimento che vanta una tale storia ed augurare al Ken di Varsavia di tornare ad essere un Ken vasto e coronato da successi come quello dell’anteguerra!
Le persone muoiono, le idee no.

Nazism lost. So did hatred, violence and antisemitism.
Hashomer, contrarywise, won: after the recent debut of Ken Berlin, Shomeric Europe succedes once again!
There is no good way to celebrate the Remembrance Day but rebuilding what was lost.
Hashomer Hatzair comes officially back to Warsaw, capital of its homeland, Poland.
A group of five Madrichim meets weekly to learn and discuss and activities with younger chaverim will start soon.
In Poland, the main theatre of one of our people’s worst atrocities, Hashomer Hatzair’s star is back, shining. A star born right there, in Galicia, by the fusion of the cultural centre Ze’irei Zion with the scouts of Hashomer in 1913, 102 years ago.
The eldest of the Zionist movements active today, is where its Rosh Ken, Mordechaj Anielewicz, grew up.
Anielewicz is the leader with, Marek Edelman, of the glorious Ghetto’s uprising (Pesach 1943).
The opening of a Ken in Warsaw has an incommensurable worth, but it has many practical benefits too.
Young Polish Jews will have the chance now to grow up and educate, to learn and to think big, to dream and attempt to realize dreams.
Another blue spot appears in a Europe with a hopeless economy and a spreading hatred.
Us, Shomrim from Milan will put all our efforts in setting up an intense and constructive relationship with Warsaw’s chaverim.
Today we can just be proud of being part of a movement with such a great past and wish Ken Warsaw to become a great and successful one as it was before the war!
People die, ideas don’t.

Siła i Odwaga, Chazak ve’Ematz – חזק ואמץ

Vidal, Shavit

Per seguire il Ken di Varsavia: www.facebook.com/haszomerhacair

L’umanità ha imparato la lezione?

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Shomrim Milanesi in Polonia - 2014

Shomrim Milanesi in Polonia – 2014

Vissuti gli eventi degli ultimi giorni, il Giorno della Memoria acquisisce un significato ancora più importante.
Il grave attacco antisemita al supermercato kasher in cui un uomo assetato di sangue ha ucciso innocenti, solo perché mosso da un’odio ingiustificabile, lascia ferite profonde in noi esattamente come l’attentato al giornale satirico Charlie Hebdo del 7 gennaio che ha causato 9 vittime e 12.
Si tratta degli attentati terroristici col maggior numero di vittime a Parigi dal 1961.
Fonte di speranza è stata la manifestazione dell’11 gennaio quando per le strade di Parigi ha sfilato un corteo di due milioni di persone che han detto “no” alla violenza.
Solo pochi giorni fa l’esercito nigeriano ha fissato intorno a 2000 il numero delle vittime di Boko Haram fra i civili, a seguito della strage di Baga. Per Amnesty International si tratta del peggior massacro da sempre da parte di Boko Haram.
Se nel XXI secolo la libertà di parola non è ancora garantita, se gli ebrei continuano a morire perché ebrei, se la violenza ha la meglio sul dialogo, non possono che nascere in me interrogativi senza risposta.
Che cosa abbiamo imparato da 10 milioni di vittime di tutte le etnie dell’Olocausto, dai 50 milioni totali della Guerra?
C’è ancora speranza per una società civile, per un mondo giusto?
La risposta dello Shomer è “Sì”!
Da Shomrim dobbiamo impegnarci a trasmettere i nostri valori di pace e fratellanza, preservare la nostra identità e cercare il dialogo costante coi nostri vicini.
Da Shomrim dobbiamo fare memoria, affinché ciò che è successo non venga dimenticato e non accada, mai più.

Chazak ve’Ematz, Elena, Nesharim